Cambiamento climatico e salute: una correlazione pericolosa 

Il cambiamento climatico è ormai entrato, di diritto, nel dibattito pubblico. Le preoccupazioni per il futuro del nostro Pianeta hanno fatto nascere movimenti di protesta in tutto il mondo e si moltiplicano gli studi scientifici che dimostrano come l’impatto delle azioni umani sulla Terra sia insostenibile nel medio e lungo periodo. Si parla molto delle conseguenze del cambiamento climatico sull’ambiente: le temperature che si innalzano, i fenomeni metereologici improvvisi e catastrofici, la siccità, il riscaldamento degli oceani. Se ne parla perché sono fenomeni visibili, che possiamo constatare noi stessi nella nostra vita quotidiana, e che necessitano di azioni e piani concreti e tempestivi. 
Ma esistono anche delle conseguenze strettamente legate alla salute umana? E come si può intervenire in questo senso? 
 
Malattie infettive: una minaccia concreta 
Uno degli effetti diretti del cambiamento climatico sulla salute è l’aumento del rischio infettivo.  Le condizioni climatiche estreme influenzano le caratteristiche biologiche dei patogeni – come la crescita, la sopravvivenza e la virulenza – favorendone la trasmissione tra gli esseri umani. Una correlazione studiata nell’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite), che ha mostrato come l’aumento delle temperature e delle precipitazioni abbia favorito l’insorgere di: 
– Malattie trasmesse da vettori come malaria, dengue e leishmaniosi;
– Infezioni enteriche come colera, vibriosi e infezione da rotavirus;
– Malattie parassitarie come la schistosomiasi.

Un recente studio pubblicato su Nature, inoltre, ha analizzato l’impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie infettive, dimostrando come quest’ultime si stiano aggravando a causa degli effetti climatici ostacolando la nostra capacità di combatterle. 
Nello specifico, i ricercatori si sono concentrati su dieci tipologie di eventi meteorologici resi più violenti dalla crisi climatica – tra questi la siccità, gli incendi, le inondazioni – e hanno poi esaminato la correlazione con 375 malattie infettive. Dallo studio, è emerso che nel 58% dei casi, ovvero 218 su 375, il cambiamento climatico ha reso più gravi le patologie. 
In particolare:
– 160 malattie sono state aggravate dal riscaldamento atmosferico;
– 122 dalle forti precipitazioni;
– 121 dalle inondazioni.

Qualche esempio 
Abbiamo visto che il cambiamento climatico influisce negativamente sulle malattie infettive, ma in che modo lo fa? Lo studio pubblicato su Nature spiega:
– Gli eventi climatici estremi avvicinano gli agenti patogeni alle persone;
– Gli eventi climatici estremi avvicinano le persone agli agenti patogeni;
– I cambiamenti climatici favoriscono gli agenti patogeni;
I cambiamenti climatici indeboliscono la capacità dell’organismo di affrontare gli agenti patogeni.

Facciamo qualche esempio.  
L’aumento delle temperature può alterare la distribuzione delle zanzare e favorire la loro diffusione, le zanzare a loro volta sono vettori di molte malattie pericolose per l’uomo, prima fra tutte la malaria, che aumenta così la sua incidenza. La siccità invece, può portare i roditori infetti dalla febbre emorragica verso le comunità umane per la ricerca di cibo aumentando il rischio infettivo. Dall’altra parte, anche gli uomini possono essere portati a cambiare modelli comportamentali a causa dei cambiamenti climatici ed esporsi maggiormente agli agenti patogeni. Il caldo eccessivo, infatti, fa in modo che le persone trascorrano più tempo in acqua e questo può, di conseguenza, aumentare il rischio di contrarre un’infezione batteriologica. Le migrazioni climatiche di chi fugge da eventi estremi come tempeste e inondazioni, espongono le persone a virus e altri patogeni. In Svezia e Finlandia a seguito di un’ondata di calore nel 2014 ad esempio, sono aumentate notevolmente e infezioni associate al vibrione. 
In altri casi, i cambiamenti climatici hanno generato condizioni ambientali che hanno incrementato le possibilità degli agenti patogeni di interagire con i vettori, come nel caso dell’acqua stagnante dopo una forte precipitazione: il terreno diventa il luogo ideale per le zanzare e il dileguarsi di malattie come la febbre gialla, la dengue, la leishmaniosi. 
Situazioni trasversali che favoriscono il diffondersi di batteri e virus ed espongono a rischi maggiori sempre più persone in sempre più parti del mondo.

Servono programmi di intervento tempestivi e condivisi 
Non solo malattie infettive, il cambiamento climatico è una realtà che minaccia vari aspetti del vivere sociale e della salute pubblica, per questo le soluzioni da intraprendere devono essere rapide e condivise a livello internazionale. Come spiegano i ricercatori dello studio: “Il disagio globale causato dall’emergenza del COVID-19 ha rivelato chiaramente la notevole vulnerabilità umana alle malattie patogene. Tali tipi di malattie hanno la capacità non solo di causare malattia e morte in un gran numero di persone, ma possono anche innescare conseguenze socioeconomiche più ampie. Va notato che questo non è stato un evento isolato; il peso di malattie come il virus dell’immunodeficienza umana, Zika, malaria, dengue, chikungunya, influenza, Ebola, MERS e SARS causa ogni anno milioni di morti e una quantità inspiegabile di sofferenze umane.  L’enorme numero di malattie patogene e vie di trasmissione aggravate dai rischi climatici rivela l’entità della minaccia per la salute umana rappresentata dai cambiamenti climatici e l’urgente necessità di azioni aggressive per mitigare le emissioni di gas serra”. 

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