Medicina narrativa: storie che curano 

Negli ultimi anni abbiamo visto moltiplicarsi prodotti e contenuti dedicati al racconto della medicina: libri, film, blog, spettacoli teatrali dove le storie di cura sono messe in scena e raccontate al pubblico. Si parla, in questo senso, di medicina narrativa, ma di cosa si tratta esattamente? E che benefici ha sui pazienti e gli operatori sanitari? 

Scopriamolo insieme. 

Medicina narrativa: di cosa parliamo 

È importante iniziare con una premessa: quando parliamo di medicina narrativa entriamo in un campo dai contorni non strettamente definiti, in cui dare una definizione univoca non è facile. Usiamo quella offerta dalla Società italiana di medicina narrativa (Simen) che spiega: “si intende non un insieme di tecniche, piuttosto un cambiamento di approccio alla cura”. 
La medicina narrativa, infatti, è l’insieme di tutte quelle manifestazioni dove il racconto della malattia viene utilizzato come strumento concreto da inserire nella pratica clinica per migliorare le cure e le relazioni tra pazienti e professionisti sanitari. 
Attraverso le parole e le immagini, i pazienti possono comprendere meglio la propria condizione di salute e i professionisti sanitari hanno strumenti in più per individuare percorsi di cura precisi e personalizzati per ogni singolo paziente. Queste tecniche, inoltre, facilitano la comprensione anche dei familiari e caregiver e permettono di migliorare le relazioni tra pazienti e professionisti sanitari. 

Dove nasce la medicina narrativa? 

Negli anni gli esperti di salute pubblica si sono interrogati sulla possibilità di usare tecniche alternative aggiuntive a quelle convenzionali nella cura dei pazienti, rendendosi conto che approcci esclusivamente tecnici sono spesso insufficienti. La medicina evidence-based, basata su prove scientifiche rigorose, rimane la base di ogni percorso di cura, ma può essere affiancata da altre tecniche che permettono al paziente di comprendere meglio la malattia e come affrontarla. In questo contesto, la narrative-based medicine, la medicina narrativa, può diventare uno strumento molto efficace per offrire cure personalizzate. 
Nasce negli Stati Uniti d’America intorno alla fine degli anni Novanta e arriva in Italia nel 2014 con la Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nel documento finale della Conferenza, si legge: “Con il termine di medicina narrativa si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura)”

Qualche esempio pratico 

Nel corso di una visita, un paziente riferisce al professionista sanitario i sintomi della malattia che lo ha colpito, ma oltre agli aspetti puramente tecnici, sono tantissime le sfumature che possono interessare un percorso di cura e che impattano sulla sua vita. Spesso però, c’è l’imbarazzo di raccontare alcuni aspetti che sono ritenuti molto intimi, magari non ci si sente a proprio agio o si reputano alcune informazioni superficiali; e altre volte sono i professionisti sanitari invece a fare fatica nel chiedere dettagli non tecnici. In questi casi, scrivere un racconto può essere un metodo più agevole che abbatte quell’imbarazzo e che offre la possibilità di esplorare aspetti che altrimenti verrebbero taciuti. Raccontare la propria esperienza e la propria malattia, inoltre, può essere d’aiuto alle altre persone che devono affrontare un percorso simile. “In medicina la narrazione della storia da parte dei pazienti è un atto terapeutico fondamentale, perché trovare le parole per contenere il disordine e le relative preoccupazioni dà forma e controllo sul caos stesso della malattia” scrive Rita Charon, fondatrice e direttore esecutivo del Programma di medicina narrativa presso la Columbia University di New York in un articolo pubblicato su Jama. 

La medicina narrativa migliora davvero le cure?

Le pratiche di medicina narrativa valorizzano le singole storie dei pazienti, ognuno dei quali ha un vissuto unico e insieme condivisibile da tante altre persone. Favoriscono il dialogo, l’empatia, la comprensione e aiutano ad instaurare rapporti di fiducia tra pazienti e professionisti sanitari. 
 
I benefici però, vanno ben oltre. Anche per i professionisti sanitari può essere difficile parlare di una determinata malattia che si ritrovano a gestire o di alcuni pazienti che seguono. Il loro lavoro richiede un grande sforzo psicologico, oltre che fisico, quotidiano che può generare ansia e smarrimento. Usare tecniche di medicina narrativa li può aiutare a trovare nuovi modi di cura, nuovi spazi in cui inserirsi e comunicare, con i colleghi, con i pazienti ma anche con sé stessi. Per questo avere a disposizioni una formazione che tiene conto anche di questi aspetti, diventa uno strumento in più a disposizione. 
Raccontare e raccontarsi è sempre comunicare. Nel nostro corso “La Respons-abilità di comunicare”, disponibile sulla nostra piattaforma, vengono offerti strumenti efficaci proprio per migliorare le proprie capacità comunicative e le interazioni nel lavoro di tutti i giorni. 

Non è l’unico corso nel quale ci siamo occupati di questo importantissimo tema. Anche in “L’importanza dell’assistenza psicosociale nel percorso di un bambino malato”, il professor Momcilo Jankovic, la dottoressa Franca Benini e l’infermiere Federico Pellegatta riflettono su come la comunicazione possa essere la chiave con cui instaurare un’alleanza terapeutica tra medico, paziente e familiari, nel difficile contesto della lotta contro il cancro.  

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