Rapporto Osmed: cresce la spesa farmaceutica degli italiani. Dati a confronto 

La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) nel 2022 è stata di 34,1 miliardi di euro, in aumento del 6,0% rispetto al 2021, rappresentando un’importante componente della spesa sanitaria nazionale che incide per l’1,8% sul Prodotto Interno Lordo (PIL). Come ogni anno, il Rapporto Nazionale 2022 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), offre una panoramica sull’andamento dell’assistenza farmaceutica in ambito territoriale e ospedaliero, sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che a carico dei singoli cittadini. Proviamo ad analizzare più nel dettaglio il quadro che emerge dal Rapporto. 

Farmaci in Italia: cresce spesa pubblica e privata

Secondo i dati del Rapporto, la spesa territoriale pubblica – che comprende i farmaci di classe A erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto – è stata di 12,5 miliardi di euro, registrando un trend in aumento (+5,7%) rispetto al 2021. Diversa però, la situazione della spesa a carico dei cittadini – ticket regionali, farmaci di classe A e di classe C – che ha registrato un totale di 9,9 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% rispetto al 2021. Complessivamente, nel 2022 sono state consumate ogni giorno 18 confezioni per ogni cittadino e 1140,6 dosi ogni mille abitanti e le confezioni dispensate sono state circa 1,9 miliardi, in aumento rispetto all’anno precedente (+3,5%). 

Aderenza alla terapia: non tutte le patologie raggiungono una percentuale alta

Un aspetto interessante del Rapporto è l’analisi fatta sull’aderenza terapeutica attraverso i dati del flusso della Tessera Sanitaria. Da qui è emerso che: la categoria terapeutica con la più alta percentuale di copertura è rappresentata dalla terapia per l’osteoporosi (67,3%) seguita, per la sola popolazione maschile, dalla terapia con farmaci per i disturbi genitourinari (63,4%) e infine dalla terapia con farmaci antiaggreganti (61,1%). Al contrario, le categorie terapeutiche con le percentuali di aderenza più basse sono quelle per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie (53,6%), dalla terapia con antidepressivi (27,7%) e con i farmaci antidiabetici (27,1%). 
Per quanto riguarda invece la persistenza, le categorie terapeutiche che raggiungono percentuali più elevate a 12 mesi sono gli anticoagulanti (65,1%), gli antiaggreganti (52,9%) e gli antipertensivi (52%). 

Spesa e consumi crescono con l’aumentare dell’età

L’andamento della spesa farmaceutica è strettamente legato anche all’età e al genere di riferimento della popolazione. Nel 2022 infatti, il 66,3% dei cittadini ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con una differenza tra uomini 62,0% e donne 70,4%. La spesa e i consumi, inoltre, crescono con l’aumentare dell’età: la popolazione con più di 64 anni assorbe quasi il 65% della spesa e il 70% delle dosi. 
Per quanto riguarda i minori, 4,2 milioni di bambini e adolescenti assistibili hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, pari al 45% della popolazione pediatrica generale, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (46,1% vs 43,8%). Gli antinfettivi per uso sistemico si confermano la categoria terapeutica a maggiore consumo in età pediatrica, seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio. 
Nella popolazione anziana invece, la spesa media è stata di 556,2 euro (601,5 euro nei maschi e 520,8 nelle femmine) e quasi l’intera popolazione (98,4%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica.

Tipologia di farmaci: i più acquistati 

Anche quest’anno le benzodiazepine, i contraccettivi e i farmaci contro la disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa. Più nello specifico, tra i farmaci di fascia A acquistati privatamente dal cittadino, l’ibuprofene, l’amoxicillina in associazione all’acido clavulanico e il colecalciferolo si collocano ai primi tre posti. Tra i farmaci di automedicazione, i derivati dell’acido propionico rappresentano il 12,3% della spesa complessiva. 
I farmaci cardiovascolari rappresentano la classe terapeutica a maggiore spesa e consumo nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono quelli rispettivamente a maggiore spesa e consumo tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche. Nel canale della farmaceutica convenzionata i primi principi attivi per spesa sono rappresentati da atorvastatina, pantoprazolo e colecalciferolo. 
Considerando invece i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, i primi principi attivi per spesa sono stati i farmaci oncologici e il vaccino per la varicella Zoster e il tafamidis, farmaco di recente approvazione e indicato per il trattamento della cardiomiopatia causata da amiloidosi mediata da transtiretina (ATTR-CM) negli adulti, registrano la maggior variazione di spesa rispetto al 2021. 

L’impatto ambientale dei farmaci

Un’importante novità del Rapporto 2022 è l’introduzione di una nuova sezione dedicata all’analisi del potenziale impatto ambientale di una serie di principi attivi ad alto utilizzo o ad alto rischio di tossicità ambientale, a sottolineare la dinamicità di un lavoro sensibile alle nuove esigenze sociali. I risultati ottenuti sui 90 principi attivi in analisi, selezionati sulla base di criteri di tossicità ambientale, di inclusione nei programmi europei di monitoraggio delle acque e di maggior consumo a livello italiano, evidenziano un rischio alto o moderato per la maggior parte delle classi terapeutiche prese in considerazione. Per quanto riguarda le analisi per area geografica, sono state osservate differenze nell’utilizzo, e quindi nel rischio ambientale, tra Nord, Centro e Sud, suggerendo che la differenza nei consumi territoriali può determinare rischi ambientali diversi nelle diverse aree geografiche. 

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