Hai mai corso il rischio di scivolare in un corridoio? Di sbagliare l’ordine di una check list? Ti sei mai preso il rischio di prendere una decisione al posto di qualcun altro che magari in quel momento era assente?
Immagino che per la maggior parte delle persone la riposta sia “Sì, mi è capitato”. Questo perché tutti noi ci confrontiamo, ogni giorno, con il difficile mondo del rischio. Alcuni sicuramente in percentuale più alta, altri di meno; per alcuni i rischi da considerare saranno più grandi e pericolosi, per altri si tratterà di possibilità meno impattanti.
A tutti però, aiuterebbe avere una persona che si occupa di analizzare i possibili pro e contro derivanti da una azione, o da una non azione, per poi offrire risposte efficaci e, per l’appunto, meno rischiose. Questa figura esiste già in ambito aziendale e viene chiamata Risk Manager.
Funzioni e inquadramento: chi è e cosa fa un Risk Manager
Iniziamo con il dire che il Risk Manager non si sceglie per titolo di studio, ma, come specifica la legge Gelli del 2017, in base a “una adeguata formazione e comprovata esperienza” nell’organizzazione e nella gestione del rischio. Ma anche qui è importante fare una premessa: quando parliamo di rischio ci riferiamo alla probabilità che si verifichi un determinato evento dannoso per i pazienti. Da qui, il Risk Manager, come sottolinea lo stesso nome, è la persona deputata alla mitigazione di questa probabilità.
La legge Gelli ha introdotto l’obbligatorietà di questa figura all’interno di una struttura sanitaria pubblica e privata, rivoluzionando i perimetri della responsabilità civile e penale per i professionisti sanitari. Questo intervento legislativo, volto a superare la cosiddetta “medicina difensiva”, puntava sulla prevenzione del rischio per tutelare da una parte l’attività sanitaria e diminuire, dall’altra, i danni che potrebbero colpire i pazienti.
Non bisogna dimenticare infatti, che oltre il 90% degli errori che interessano la sanità non sono riconducibili ad azioni di imperizia, imprudenza o negligenza, ma sono invece legati a carenze organizzative e ad una cattiva gestione del rischio.
Dopo la legge Gelli del 2017, i commi 539 e 540 della legge 208 del 2015 hanno delineato nello specifico quali funzioni sono previste per il Risk Manager:
- L’attivazione dei percorsi e delle metodologie per studiare i processi interni di una struttura e le sue criticità più frequenti al fine di prevenirle;
- La segnalazione anonima dei quasi errori – i near misses, quegli errori che si sono verificati ma non hanno causato un danno al paziente – per migliorare la sicurezza dei percorsi sanitari;
- Rilevazione dell’inappropriatezza e quindi prevenzione del rischio nei percorsi diagnostici e terapeutici;
- Sensibilizzazione e formazione del personale sull’argomento, assistenza agli uffici legali nei contenziosi e nelle attività che riguardano le assicurazioni;
- Predisposizione di una relazione annuale sugli eventi avversi che si sono verificati all’interno della struttura e sulle iniziative prese per limitare l’occorrente di questi eventi avversi.
Oltre a questo, sempre la legge Gelli ha introdotto l’istituzione di un Centro per la gestione della sicurezza del paziente e del rischio sanitario che raccoglie i dati sui rischi avversi, sul contenzioso e li trasmette all’Osservatorio nazionale delle buone pratiche e della sicurezza in sanità.
Gestione del rischio: quanta percezione c’è in sanità?
Abbiamo detto che il Risk Manager nel mondo sanitario è il professionista che si occupa della gestione completa e integrata dei rischi attraverso attività di identificazione, misurazione, valutazione e trattamento del rischio. Queste attività però, non vengono svolte in maniera esclusiva, ma di concerto con un team di professionisti interni ed esterni a una struttura sanitaria.
Nonostante i rischi siano una realtà quotidiana per gli operatori sanitari, per la natura intrinseca delle loro professionisti, non esiste ancora un’alta percezione culturale del Risk Management e questo, passatemi il termine, è un rischio!
Proprio per questo abbiamo sviluppato il corso ECM “La Gestione del rischio nel percorso di cura” online sulla nostra piattaforma di Cast Education, dalla durata di 10 ore e che permette di acquisire 17,1 crediti ECM.
Tra gli esperti che hanno partecipato alla realizzazione del corso, anche il Risk Manager Flaviano Antenucci, che ha spiegato nel dettaglio quali sono le funzioni, le responsabilità e gli obiettivi che ruotano intorno a questa figura.
Vi lasciamo un piccolo estratto video di uno dei suoi interventi, per il resto, se non l’avete già fatto, iscrivetevi qui!