Deficit dell’attenzione e concentrazione: gli effetti di Internet 

L’utilizzo costante delle nuove tecnologie, che caratterizza ormai la quotidianità delle nostre vite, può avere effetti negativi sulla salute e sui comportamenti delle persone, soprattutto tra i più giovani. La stimolazione continua, rapida e ad alta intensità, che offrono gli smartphone e gli altri dispositivi digitali, infatti, può diminuire le nostre capacità di concentrazione e aumentare la probabilità di sviluppare sintomi del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). 
Ma in che modo? Proviamo ad analizzare meglio le correlazioni. 

Un po’ di dati

Secondo l’ultimo report di Digital 2021, che ogni anno analizza i trend digitali internazionali, trascorriamo online le stesse ore che spendiamo dormendo. L’utente medio, infatti, si connette circa 7 ore al giorno, il 42% del tempo di veglia di una giornata tipo, con un aumento, rispetto all’anno precedente, di circa un quarto d’ora al giorno. Facendo un po’ di calcoli, si può affermare che il tempo totale speso da tutti noi online è di 1,3 miliardi di anni. 
Focalizzandoci solo sui social, il tempo speso risulta in costante aumento anno dopo anno, e si attesta intorno alle 3 ore al giorno, quindi un giorno interno alla settimana.  
In Italia invece, sono più di 50 milioni le persone che accedono a Internet ogni giorno e 41 milioni quelle attive sui social media. Il report specifica che nel nostro Paese si registra una crescita costante nell’adozione di Internet e delle piattaforme social, nello specifico: il 93% delle persone consumano contenuti video 93%; l’81% gioca online; il 61% ascolta musica in streaming e il 25% fruisce di podcast. 
Numeri importanti che suggeriscono una serie di riflessioni su più campi e aspetti del vivere sociale. Concentrandoci sugli aspetti legati alla salute, fisica e mentale, cosa comporta questo tipo di esposizione digitale? 

Come Internet modifica il cervello 

Un team internazionale di ricercatori della Western Sydney University, della Harvard University, del Kings College, dell’Università di Oxford e dell’Università di Manchester ha condotto una ricerca, pubblicata su World Psychiatry, per analizzare come l’utilizzo di strumenti digitali può influenzare la struttura del cervello, la sua funzione e lo sviluppo cognitivo. Dall’analisi, è emerso che il flusso continuo di notifiche a cui siamo esposti, “incoraggia” il multitasking, ovvero la capacità di concentrarsi contemporaneamente su stimoli diversi, dall’altra parte però, questo comportamento può ridurre la nostra abilità di mantenere la concentrazione su un singolo compito. “Oggi possiamo fruire di informazioni e notizie senza soluzione di continuità, il che sembra stia alterando i modi in cui il nostro cervello memorizza e persino valuta i contenuti cui è esposto”, spiega Joseph Firth, uno degli autori dello studio. 
Per mitigare i possibili effetti dannosi, i ricercatori consigliano di praticare tecniche specifiche di “internet hygiene”, il cosiddetto “detox” digitale, per evitare comportamenti compulsivi di controllo continuo delle notifiche, ad esempio, o di utilizzare dispositivi digitale nelle ore serali, privilegiando, piuttosto, le interazioni sociali. 

Bambini e Internet: più pericoli 

Un’attenzione diversa riguarda poi Internet e l’utilizzo che ne fanno i minori, in particolare le conseguenze che potrebbero avere sul loro sviluppo. Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) consigliano, per i bambini tra i 2 e i 5 anni di età, di non superare un’ora al giorno davanti agli schermi. Una condizione difficile da rispettare negli adolescenti che spendono gran parte del loro tempo sui social. Un recente studio, condotto dai ricercatori della University of Southern California (USC), ha rilevato che gli adolescenti che utilizzano intensivamente i dispositivi digitali hanno il doppio delle probabilità di sviluppare sintomi di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). 
La ricerca ha monitorato per circa due anni 2.600 adolescenti, di età compresa tra i 15 e i 16 anni, che non presentavano sintomi di ADHD prima dello studio, analizzando le possibili conseguenze negative tra la maggiore frequenza dell’uso dei media digitali moderni e i successivi sintomi di ADHD in un follow-up di 24 mesi. I ricercatori hanno considerato 9 sintomi di disattenzione (intervallo, 0-9) e 9 sintomi iperattivi-impulsivi (intervallo, 0-9) che gli adolescenti hanno valutato come sperimentati “spesso” o “molto spesso”. I ragazzi che riferivano di aver sperimentato “spesso” o “molto spesso” 6 o più sintomi in entrambe le categorie sono stati classificati come positivi ai sintomi dell’ADHD. 
Dallo studio è emerso che tra gli adolescenti seguiti per oltre 2 anni, c’era un’associazione statisticamente significativa tra la maggiore frequenza di utilizzo dei media digitali e i successivi sintomi di ADHD. In particolare, dei 2.586 ragazzi, 495 hanno riferito di utilizzare di rado media digitali. Questo gruppo è risultato avere una probabilità del 4,6% di manifestare sintomi di ADHD dopo il periodo di prova di due anni. Per coloro che hanno riferito di utilizzare regolarmente metà dei 14 tipi di media digitali considerati, la probabilità è quasi raddoppiata, fino al 9,5%. Coloro che hanno usato tutti i 14 tipi di media frequentemente hanno mostrato le più alte probabilità di comportamento catalogabile come simile ai sintomi dell’ADHD, con una percentuale del 10,5%. 
“I precedenti studi su questo argomento sono stati fatti molti anni fa, quando non esistevano social media, telefoni cellulari, tablet e app mobili – ha spiegato Adam Leventhal, autore dello studio. – Le nuove tecnologie mobili possono fornire una stimolazione rapida e ad alta intensità accessibile tutto il giorno, che aumenta l’esposizione ai media digitali ben oltre ciò che è stato studiato in precedenza”. Per i ricercatori, sono necessari ulteriori studi per determinare se questa associazione è causale o meno. “Possiamo affermare con sicurezza – conclude Leventhal -, che i teenager esposti a elevati livelli di media digitali hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare sintomi di ADHD in futuro”. 

Shopping Cart